martedì 4 marzo 2014

Intervista a WERTHER DELL'EDERA per #tavolidadisegno su FUMETTOLOGICA!



Capitan Harlock visto da Werther: non ho resistito


Dopo il grande onore di conversare con Bruno Bozzetto, continuiamo una settimana ricca di uscite con un'intervista a cui tengo molto.
Per #tavolidadisegno questa settimana abbiamo incontrato Werther Dell'Edera.


Come mi disse una volta Lorenzo Ceccotti, Werther come autore può essere accostato ad una rarissima spezia orientale.
Il fascino delle sue tavole deve molto, non solo, alla sua abilità tecnica ma, a mio giudizio, alla sua vivace sensibilità culturale.
Più che mai nel suo caso, nomen omen.
Un basso continuo di eleganza formale che può essere apprezzato trasversalmente in opere del tutto diverse, da "John Doe" a "Dark Enties" al numero in prossima uscita di "Orfani".



Complice la sua voce profonda, è uno dei più amabili conservatori che conosca.
E sta parlando un logorroico!
 (affermazione di per sé pleonastica).


QUI lo potete ammirare mentre viene acclamato come orgoglio barese su una nota testata di regime (dalle splendide pagine culturali).

 Werther ed io siamo spesso in disaccordo, soprattutto per quello che riguarda le opinioni cinematografiche. Non siamo mai andati al cinema insieme, ma qualora dovessimo farlo porterei quattro guantoni per il dibattito seguente.
 Nondimeno, lo considero tra le persone più intelligenti e competenti, che io conosca, nel mondo del fumetto italiano.
Chiaramente, tirando i fili logici di tali affermazioni ne consegue una dolente introspezione.
E' soprattutto una persona affidabile.
Da mesi custodisce nel suo studio il mio caricabatterie e lo riempie di commoventi attenzioni adottive.
Tra alcuni semestri sarà uno splendido quarantenne (lui, non il caricabatterie).

Considerando che nell'intervista si parla della figura del Golem, data la mia incorruttibile coerenza formale l'intervista stessa è un golem giornalistico.
La prima volta che gli ho posto tali domande molti personaggi dei quali i lettori del mio blog lamentano la scomparsa (da Lou Reed a Califano ad Andreotti) erano ancora in vita.
Poi c'è stato un secondo incontro, immortalato dalle foto splendide di Martina Cestrilli.
E poi, considerando che nel frattempo Werther aveva cambiato look, studio, tavolo e strumenti di lavoro, c'è stata una ulteriore revisione, attraverso un carteggio bollente che un giorno verrà pubblicato a parte in un costosissima edizione dei Meridiani Mondadori.
Vi trovate dunque davanti un testo stratificato come l'Odissea.

Ah, l'intervista eccola QUI!

Buona Lettura!

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