lunedì 22 dicembre 2014

Il miracolo di Mabel Morri - un anticlericale sul pulpito



Una battaglia iniziata nell'infanzia

A 10 anni rifiutai fieramente di fare la comunione.
Non per incipiente ateismo, attenzione, ma per l'intuizione infantile della ricerca spirituale che presto avrebbe ispirato il mio percorso intellettuale.
Preferivo di gran lunga rimanere a casa ad ascoltare, all'epoca, Prince o i Kool & the Gang piuttosto che appassire di noia al morto odore delle candele, ascoltando le tediose, vuote prediche a cui eravamo sottoposti.
Ricordo che un pomeriggio ero particolarmente contrariato, avevo già saltato numerose "lezioni", mi recai quasi di scatto alla parrocchia, con piglio risolutore.
Non per caso, il teatro fu la Basilica di Paolo, il Grande Deformatore.
(Curioso come il karma ci spedisca a combattere a testa alta nel cuore della roccaforte nemica).
Ascoltai nervoso il grandioso racconto gnostico della Genesi distorto e ridotto a storiella innocua e, una volta giunti alla maledizione di Caino, alzai la mano e chiesi alla, pur gentile, catechista:
"Mi scusi, il racconto inizia dicendo che Dio ha creato Adamo ed Eva. Dopo la cacciata dal Paradiso, essi mettono al mondo Caino ed Abele. Caino uccide Abele e viene maledetto.
Dunque, egli fugge a Nord e fonda una città.
Con chi? Chi erano le altre persone? Se erano stati creati solo Adamo ed Eva e loro erano gli unici figli, come è possibile?"*.
La catechista, indubbiamente spiazzata, farfugliò una classica risposta sull'autorità indiscutibile del testo rivelato, al che sbottai: "Non siete in grado di rispondere a una domanda di un bambino di dieci anni. Non avete nulla da insegnarmi".
E me ne andai, chiudendo per sempre il mio rapporto con il Cattolicesimo, e destando non poco clamore in una famiglia il cui nonno paterno era cresciuto a Borgo Pio, il rione costruito attorno alla Basilica di S.Pietro (e sventrato dall'idiozia del Duce).
Si, lo so cosa state pensando: già a quell'età eri un bel rompiscatole.

Rashi di Troyes, il più celebre esegeta biblico in ambito ebraico

Solo anni dopo consultati l'esegesi di Rashi di Troyes che giustifica l'incesto dei due fratelli con le gemelle rispettive per far proseguire la specie e, soprattutto, l'interpretazione cabalistica del termine Adam come "genere umano" (da cui la figura straordinaria dell'Adam Qadmon, l'uomo primordiale allegoria dell'Albero della Vita... nome sacro appioppato ora alle pagliacciate complottiste sui canali di regime).

Uno schema cabalistico dell'Adam Qadmon

Perché, vi chiederete, questa premessa biografica?
Per raccontarvi, in armonia col periodo natalizio, un miracolo avvenuto in una chiesa.




Un invito inatteso

Alcuni mesi fa sono stato contattato da Mabel Morri per invitarmi a presentare la più imprevedibile delle presentazioni: l'inaugurazione ufficiale della Chiesa di S.Martino in Riparotta, a Rimini, integralmente illustrata da lei a fumetti.
Un onore, non solo per la stima gentilmente espressami  da Mabel, ma anche per la eccezionalità dell'evento.
                       

                     
Come si è pervenuti a questa collaborazione culturale ce lo racconta lei QUI.
In occasione della presentazione realizzammo  QUESTA intervista in cui spiega bene tutta l'evoluzione cronologica del progetto (in seguito ci farà entrare nel suo studio, finora unico caso su Fumettologica, con un'intervista disegnata che trovate QUI).
Dunque, non mi addentro ora nell'analisi della rilettura della tradizine che Mabel ha avverato, con rispetto ma anche con libertà creativa: spiega tutto molto bene lei nella nostra conversazione.
Preferisco raccontarvi cosa mi ha atteso a Rimini, oltre a una indimenticabile piadina ed alla cortesia di Mabel.


Una sinfonia di coincidenze **

Una serie di illuminanti sincronicità mi ha accolto maternamente, facendomi subito sentire a casa.
i versi sublimi che aprono il 33° canto del Paradiso, la sublime preghiera che Dante fa recitare da Bernardo di Chiaravalle alla Vergine, campeggiano nel loro intatto splendore sull'altare (unico caso credo al mondo):

Vergine madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d'etterno consiglio...




E poi, la più illuminante delle coincidenze...
                                       
Carl Jung avrebbe sogghignato

Mi ha sempre dato fastidio la visione del crocifisso.
No, non sono posseduto dal Demonio (almeno credo).
E non è nemmeno una forma di sdegnosa fierezza come il gesto finale di Giordano Bruno sul luogo del suo martirio laico.



È proprio per rispetto del valore universale della figura cristica che non ne sopporto la visione.
Perché celebrare un dio risorto immortalandolo nel momento di massima sofferenza e umiliazione?
Perché enfatizzare il momento, transitorio e subordinato, della morte e non quello, trionfale e definitivo, della Resurrezione? Perché non sottolineare la sua specificità divina nel superare i limiti della materia, invece di congelarlo nella sofferenza comune a tanti uomini?
Certo, il motivo è chiaro: costruire un impero sul senso di colpa.
Chi scrive preferisce la rappresentazione michelangiolesca de il "Cristo la Tigre" di T.S. Eliot (o il Leone risorto di C.S.Lewis). glorificato in tutta la sua Potenza, a quella lacrimevole o morbosa di derivazione grunewaldiana (il cui apice intollerabile è stato messo in scena dalle ossessioni di Mel Gibson).


Non crediamo che Il Cristo, se tornasse sulla terra, apprezzerebbe.
Ne dà splendida rappresentazione, pur con un linguaggio ben poco solenne, il geniale Bill Hicks in questa gag:

                                       

Ebbene, per un contrattempo tecnico, quella sera alla Chiesa di S.Martino la croce di legno non è pervenuta.
Rendiamoci conto: in una chiesa, appena inaugurata, non è arrivato il crocifisso di legno.
Dunque, il corpo del Cristo appariva libero,  rapito, sospeso nella sua ascensione celeste.
Libero dal peso di duemila anni di menzogne.

                                     
Gnosi e Resurrezione in Caravaggio
Un paradossale onore

Aver avuto la possibilità di fare queste riflessioni ad alta voce, dal pulpito di una chiesa, è stato davvero un'esperienza culturalmente straordinaria.
Il livello degli interventi è stato molto alto.
Ho apprezzato in particolare l'intervento dello storico dell'arte Alessandro Giovanardi, che ha illustrato con grande competenza il valore allegorico ed esoterico dell'arte.
Un plauso va anche all'ingegnere Pino Ferri, di fatto lui "scopritore" di Mabel come potenziale illustratrice della chiesa.
                               
S.Martino visto da Mabel Morri

Un doveroso ringraziamento

A questo punto, da fiero anticlericale che ha tra i suoi auctores campioni del cattolicesimo quali Chesterton  e T.S.Eliot, devo porre i miei omaggi a un esponente, uno finalmente degno, della "squadra avversaria".

                                        

-  Considerando che l'opera precedente di Mabel era Cinquecento milioni di stelle, una sentita celebrazione dell'amore lesbico e in generale del diritto ad amare chi si desidera, al di là delle convenzioni sociali;

                                      

- Aggiungendo che la volta della chiesa è stata commissionata a Eron, il noto street artist, eccellenza riminese ma non certo un chierichetto modello;
                                     
La volta di Eron

-  Testimoniando, in conclusione, come nella presentazione si sia liberamente parlato di Gnosi, meditazione e ricerca spirituale esterna alla Chiesa ...
Beh,  indubbiamente, invito  tutti a levarsi il cappello davanti all'apertura mentale di Don Danilo Manduchi. Per una serata, ha reso vivi i versi (idealmente sublimi ma grottescamente smentiti dalla realtà) de I Cori da "La Rocca" di  T.S.Eliot:

Deserto e vuoto. Deserto e vuoto. E tenebre sopra la faccia dell'abisso.
È la Chiesa che ha abbandonato l'umanità, o è l'umanità che ha abbandonato la Chiesa?
Quando la Chiesa non è più considerata e neanche contrastata, e gli uomini hanno dimenticato
Tutti gli dei, salvo l'Usura, la Lussuria e il Potere.

                                       
Il grande T.S. Eliot

Soprattutto, il vero miracolo è stato ridare alla parola "chiesa"(divenuta sinonimo da secoli di un'istituzione marcia, distante fino ad essere contrapposta al messaggio originale del Cristo) il suo stupendo significato etimologico (affine a quello di sinagoga, religione, Yoga): ἐκκλησία, ekklēsía, ovvero "assemblea del popolo".
Un autentico dono essere stato l'anfitrione culturale di un tale evento.
Grazie Mabel.

* ho recentemente scoperto, con mio sommo onore, che la stessa obiezione venne posta dal giovanissimo Baruch Spinoza durante le lezioni di Torah.
                       


(Bonus track)**

Un incontro illuminante

Questo paragrafo sarà volontariamente frammentario, lasciando tutto per implicito.

Nel seguire il percorso le mie riflessioni a voce alta, dal pulpito, dicendo cose che qualche decennio fa mi avrebbero guadagnato un processo per blasfemia, ho menzionato come riferimento assoluto nella mia ricerca Shri Mataji Nirmala Devi.

A fine serata, Luca Genovese mi parla di una sua storia a fumetti di 10 anni fa, Sahasrara.

L'articolo di Mabel, in cui racconta la storia del progetto, è del 5 maggio.

Unite i puntini.



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